Virgolo 2.0

marzo 3, 2022

Virgolo! Se ne riparla qui:

https://getoutside.it/il-virgolo-abbandonato-a-bolzano/

https://news.provincia.bz.it/it/news/bolzano-la-funicolare-del-virgolo-sotto-tutela-dei-beni-culturali

https://hi-in.facebook.com/RTTR-ALTO-ADIGE-502727856452797/videos/otzi-al-virgolo/580224963152437/

https://www.salto.bz/de/article/15012022/virgolo-ma-non-possiamo-diverso

Qualcosa si sta muovendo…

Benko/Kaufhaus/Virgl: Notwendiger Realismus

giugno 12, 2014

Notwendiger Realismus

Oggi, presso lo showroom Kaufhaus Bozen di via della Mostra, si è svolto l’incontro voluto da Heinz Peter Hager, il commercialista di Benko ed al quale in qualità di rappresentati del comitato “Unser Virgl- il nostro Virgolo” siamo stati invitate anche noi, Maria Teresa Fortini e Verena Segato. Insieme a Rudolf Benedikter, consigliere comunale referente per il Virgolo,  Ludwit Nössing, ex geologo della provincia e rappresentante dell’ SVP di Aslago, Anna Pittarelli e Alberto Stenico di Bolzano domani, Stefano Novello di Italia Nostra, Il sig . Daniele Piccoli dell’ ex circolo tennis Virgolo e la famiglia Wenter, proprietaria del Kohlerhof.

La premessa chiara di Hager: La società SIGNA Holding GMBH, di cui René Benko è a capo, non è un opera benefica, Hager è schietto e sincero: “non siamo mecenati ne lo zio d’America”. L’operazione Virgolo viene stimata in 20-22 milioni di euro, si tratterebbe di un’opera per la collettività da regalare alla città, funivia compresa, in cambio della costruzione del centro commerciale, il progetto “Kaufhaus Bozen”. La SIGNA investirà sul Virgolo solo se ci sarà la possibilità di costruire più a valle. Sul Virgolo Benko non ha alcun interesse personale diretto ed è pronto ad investire per riqaulificarlo e successivamente restituirlo alla collettività accettando proposte concrete da chi in passato si è occupato del tema riqualificazione del Virgolo.

Benedikter ha sottolineato che il 18 giugno scade il termine entro il quale la giunta comunale dovrà prendere una decisione e successivamente verrà pubblicato il bando di concorso che però non comprenderà la riqualificazione del Virgolo che invece è un’ “extra”, un’allettante offerta di Benko fuori bando.  Il consigliere comunale si è inoltre scusato per il tempo prezioso che il Comune di Bolzano sta facendo attendere per una risposta quando la lex Benko stabilisce 30 giorni di tempo per dare risposta ai privati investitori.

Anche Benedikter vuole conservare il Parco della stazione e rendere la zona solo pedonabile.

In qualità di rappresentanti del Comitato di tutela del Virgolo abbiamo sottolineato che siamo sempre stati e sempre saremo favorevoli ad una riqualificazione della collina di Bolzano a scopi ricreativi mentre temiamo l’impatto sociale ed economico che seguirà la realizzazione di un centro commerciale in centro città e che come conseguenza porterà un aumento del consumismo, ad un incremento dello shopping compulsivo di prodotti spesso distribuiti da multinazionali che producono all’estero a volte con l’ausilio di manovalanza minorile. Porterà inoltre crisi economica nei negozi di vicinato schiacciati da 2 centri commerciali cittadini. Abbiamo inoltre sottolineato che il Virgolo non va usato come merce di scambio e il verde sulle pendici non rimpiazza quello che si toglie in città con la sparizione del Parco e delle sue alberature – nonostante il rinverdimento dei tetti. Anche sulla viabilità cittadina abbiamo espresso dubbi e preoccupazioni.

Alla domanda se Benko potesse immaginare di rinunciare alla costruzione di un centro commerciale e realizzare invece in quell’area il tanto discusso polo bibiliotecario, Hager ha risposto che questa proposta era già stata fatta in passato: un centro commerciale più piccolo con annesso polo bibliotecario. Ma sempre secondo Hager senza centro commerciale l’affare non sarebbe redditizio.

Gli abitanti del Virgolo, proprietari del Kohlerhof, hanno sottolineato che vi sarebbe la necessità di sistemare la strada d’accesso e che una funivia sarebbe utile non solo per permettere ai cittadini ed ai turisti di raggiungere il Virgolo ma anche ai figli che vanno a scuola. Hanno inoltre ribadito il loro impegno nel curare e mantenere la loro proprietà e tutto l’ambiente circostante e che il “degrado” di cui regolarmente si sente parlare è confinata alle proprietà della BBG, Holding proprietaria del Bellavista e dei campi da tennis.

Il sig. Piccoli, ex presidente del circolo tennis, ha ricordato con malinconia con quanta cura avessero in passato dedicato alla manutenzione del Virgolo ed ha ribadito che la zona attualmente è ancora un area urbanisticamente dedicata ad opere sportive.

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Comunicato – Stellungnahme 06.06.2014

giugno 6, 2014

Alto Adige 29.05.2014:

BOLZANO. Il Virgolo cambia padrone. Ora è di Benko. Non è solo uno scarto, un radicale cambio di prospettiva nella sfida che vede fronteggiarsi il tycoon austriaco e la cordata dei 37 imprenditori altoatesini per aggiudicarsi il quadrante di via Garibaldi e che vede il “Kaufhaus” di Chipperfield contro il megastore morbido di Podrecca. E’ una rivoluzione urbana. Bolzano cambia orizzonte. La sua montagna smette di essere un elemento estraneo alla città, un’ansa persa nella terra di nessuno e da nessuno mai più rivendicata ed esce dal limbo di un degrado cui pareva destinata dopo il gran rifiuto al progetto Thuniversum e l’impossibilità da parte del Comune di trovare le risorse finanziarie per sostituirvisi nel risanamento.

Firmato l’accordo . L’accordo di vendita (tecnicamente un’ “opzione”) è stato firmato ieri tra gli emissari di Benko e i proprietari. Quegli stessi (Vittorio Repetto, Della Vedova, Calligione, Oberosler, Wipptaler Bau e, da ultima, anche la Hobag) che l’avevano acquistato convinti che il progetto di Matteo Thun avrebbe garantito risanamento ecologico e business turistico-immobiliare.

 

Il comitato Unser Virgl-Il nostro Virgolo nel 2008 ha fortemente contrastato il progetto Thun sul Virgolo – allora un singolo imprenditore voleva – con un progetto faraonico – trasformare la zona del Virgolo da area verde in spazio commerciale con annesso albergo, area wellness, sala congressi. Il progetto non piaceva a molti cittadini che volevano si una rivalutazione soft del Virgolo a scopi ricreativi e per la popolazione di Bolzano e non a scapito di questa come invece sarebbe stato se il progetto fosse infine stato approvato. Sarebbe infatti diventata l’ennesima area cementificata e sacrificata al dio denaro, attirando turisti mordi-e-fuggi e sottraendo alla città una preziosa area naturale, un polmone verde, una chance unica per creare un luogo ricreativo di vicinanza. Il progetto Thun è infine stato archiviato e nonostante i vari progetti presentati da associazioni e professionisti (vedi il progetto del comitato il nostro Virgolo)  il Virgolo è stato nuovamente abbandonato a se stesso dall’amministrazione cittadina che non voleva o poteva investire denaro in un progetto tanto prezioso per la città.

Ora, dopo anni in cui intorno al Virgolo era sceso il silenzio più assoluto, un ricco imprenditore austriaco – entrato probabilmente in contatto con la solita lobby di costruttori altoatesini – ha avuto “l’input” di acquistare l’area del Virgolo e di utilizzarlo come merce di scambio per la cittadinanza: tramite un “restyling” non meglio definito (quale sarebbe la proporzione tra il verde ed il cemento e cosa esattamente si vorrebbe realizzare lassù?) si vorrebbe donare alla città una zona ricreativa mentre poco più sotto, nel cuore della città, si trasformerebbe una zona verde già esistente, il parco della stazione, in un complesso abitativo e commerciale.

Gli argomenti a favore di una trasformazione del parco della stazione sono gli stessi già sentiti in relazione al Virgolo: “un’area dismessa, degradata” che secondo imprenditori ed amministratori verrebbe – dopo un massiccio intervento – restituita alla popolazione.

Come cittadini a cui la propria città sta a cuore ci si domanda se non vi sia da parte dell’amministrazione comunale una certa noncuranza nei confronti del proprio patrimonio naturale – e se effettivamente di noncuranza si tratta e non di calcoli finalizzati ad un futuro interesse imprenditoriale per lavarsene elegantemente le mani sottraendosi alle proprie responsabilità di rappresentanti dei cittadini.

Ben venga un benefattore disinteressato, un magnate che vorrebbe donare alla città un luogo di ricreazione, ma stiamo attenti a non svendere il nostro territorio. La nostra città ha già conosciuto la cementificazione selvaggia, abbiamo visto realizzare progetti faraonici che non hanno mantenuto le promesse in termini di qualità della vita e creazione di posti di lavoro – ora vorremmo che la nostra amministrazione comunale abbia una visione globale e concreta sul futuro della città e non soltanto uno sguardo miope e abbagliato.

Come rappresentanti del comitato Il nostro Virgolo abbiamo più volte proposto la nostra idea di zona ricreativa di vicinanza sia alla nostra amministrazione che agli effettivi proprietari del Virgolo. Allora mancò l’interesse, il capitale ma anche il potere decisionale. Ora che i primi due presupposti ci sarebbero, speriamo che qualcuno si prenda la responsabilità di decidere sul futuro della città senza farsi abbagliare dai denaro splendente e promesse d’oltreconfine.

 

 

Bereits im Jahre 2008 hat sich die Bürgerinitiative Unser Virgl-Il nostro Virgolo zum Schutze des Virgl vor einem pharaonischen Projekt eines Bozner Unternehmers zur Wehr gesetzt. Damals sollte der Bozner Hausberg zu kommerziellen Zwecken massiv verbaut werden und die Stadt Bozen hätte eine einmalige Chance verpasst, den Virgl als Naherholungsgebiet aufzuwerten. Trotz mehrerer Ideenvorschlägen und Projekte für einen nachhaltige Nutzung des Virgl wurde von der Stadtverwaltung nichts unternommen, der Virgl geriet wieder in Vergessenheit.

Dieser Dornröschenschlaf hielt so lange an, bis ein reicher Unternehmer die Idee hatte, die Bozner Bevölkerung den Verlust des Bahnhofparks mit der Aufwertung des Virgl zu entschädigen: Der Virgl würde einem nicht genauer definiertem „restyling“ unterzogen werden, während weiter unten, im Herzen der Stadt, ein von großen Baumbeständen gesäumter Park – der Bahnhofspark – einer Wohnbauzone sowie einem Kaufhaus zum Opfer fallen würde.

Die Argumente die – laut Befürworter des Benko-Projektes – für eine Umgestaltung des Bahnhofparks sprechen würden sind exakt die Gleichen, die vor Jahren für die Verbauung des Virgl genannt wurden: es würde sich um eine „herabgekommene“ Zone handeln welche, nach einer angemessenen Aufwertung, wieder der Bevölkerung zurückgegeben werden würde.

Als Bürger, denen die Stadt Bozen zu Herzen liegt, fragt man sich natürlich, warum die Stadtverwaltung es zulässt, dass Areale der Stadt so verwahrlosen können und warum wertvolle Grünzonen nicht mit der nötigen Aufmerksamkeit behandelt werden. Handelt es sich hierbei wirklich um „Vergesslichkeit“ oder spekuliert man darauf, dass früher oder später ein privater Unternehmer die Stadtverwaltung von der Eigenverantwortung befreit?

Ein desinteressierter Wohltäter wäre natürlich willkommen: jemand, der für die Stadt ein Naherholungsgebiet schaffen würde. Aber seien wir in Acht, wir sollten unser Gebiet, unsere Heimat nicht verkaufen. In den Jahren sind in und um der Stadt Bozen bereits viele Riesenprojekte entstanden – sie hätten unser Leben verbessern sollen und neue Arbeitsplätze schaffen – leider waren es stets leere Versprechen. Wir wünschen uns jetzt, dass die Stadtverwaltung endlich eine konkrete, weitsichtige Gesamtvision der Stadt Bozen hat und sich nicht von schillernden Projekten blenden lässt.

Als wir, die Bürgerinitiative Unser Virgl – Il nostro Virgolo gemeinsam mit vielen anderen Verbänden aus dem Bereich Umwelt und Familie – der Stadtverwaltung sowie den effektiven Besitzern des Virgl unser Projekt zur Aufwertung des Virgl als Naherholungsgebiet vorgebracht haben, fehlten nicht nur das Kapital und das Interesse sondern auch das effektive Wollen der Stadtverwaltung, eine Entscheidung in diese Richtung zu treffen.

Nun sind erstere vorhanden, wir hoffen, dass endlich jemand eine Entscheidung FÜR die Stadt Bozen trifft und sich nicht von einseitigen Versprechen irreführen lässt.

 

 

 

 

Conferenza stampa 27.07.2011 – Pressekonferenz

luglio 27, 2011

Mercoledì, 27.07.2011 presso  il Bar dell’Eurac (con vista Virgolo!) abbiamo presentato il nostro progetto

Stairway to heaven – Una scala per un paradiso chiamato Virgolo

alla stampa. Davanti a giornalisti di testate diverse abbiamo spiegato il progetto elaborato dal team:

Am Mittwoch, 27.07.2011 haben wir während einer Pressekonferenz in der Bar der Eurac (mit Virgl-Blick!) unser Projekt

Stairway to heaven: Eine Treppe zum Paradies: den Virgl

vorgestellt. Mit vom Team waren:

Maria Teresa Fortini, Arch. Rinaldo Ruvidotti, Paolo Bonadio, Verena Segato, Ing. Karl Angerer

 

Stairway to heaven – Una scala per un paradiso chiamato Virgolo/Eine Treppe zum Paradies: den Virgl

luglio 27, 2011

Progetto scala Virgolo Arch. Rinaldo Ruvidotti

 

 

“…e si mormora che presto
se tutti noi intoniamo la melodia
il pifferaio ci condurrà alla ragione
e albeggerà un nuovo giorno
per coloro che aspettavano da lungo tempo
e le foreste risponderanno con una risata…”

(Stairway To Heaven – Led Zeppelin 1971)

Dopo aver elaborato e diffuso nel 2010 una raccolta di idee per uno sviluppo del Virgolo come zona ricreativa di vicinanza per la città di Bolzano (vedi pubblicazione “Il nostro Virgolo – La bella addormentata nel bosco”) il comitato “Unser Virgl – Il nostro Virgolo” in collaborazione con l’Architetto Rinaldo Ruvidotti ha elaborato una proposta per una via d’accesso alternativa per il Virgolo – nonché possibile futura attrazione per la città: una scalinata per raggiungere velocemente, in modo sportivo e salutare – e soprattutto senza l’impiego di mezzi di trasporto – il Virgolo. Come molte altre grandi idee, anche questa idea di una scala che porti al Virgolo nasce da due chiacchere fra amici, semplici cittadini, un calzolaio ed un commerciante (Arturo e Paolo),che immaginano progetti per la cittadinanza facilmente realizzabili, legati alla storia del proprio territorio, progetti che, come in questo caso,incontrano l’adesione spontanea di professionisti (Dr. Ing. Karl Angerer e Dr. Arch. Rinaldo Ruvidotti) che senza pretese, lavorano per la stesura della prima bozza di progetto.

Tale scalinata consisterebbe in 1088 gradini di 18 cm ciascuno e permetterebbe di superare i 196 m di dislivello che separano la città da questo paradiso naturale che è il Virgolo e sul cui futuro come zona ricreativa si sta attualmente discutendo a livelli istituzionali. Il percorso della scalinata – secondo l’idea da noi elaborata – si svilupperebbe lungo il percorso della vecchia funicolare, la cui lunghezza è calcolata in 342 m con una pendenza massima del 70% partendo dal sottopasso di Viale Trento. Il punto d’arrivo sarebbe la vecchia stazione a monte della ex-funicolare del Virgolo e da li si avrebbe la possibilità di raggiungere rapidamente i due Gasthöfe del Virgolo oppure di continuare la camminata fino al sovrastante Colle nonché perseguire per la passeggiata che porta ad Aslago e Castel Flavon. La scelta del materiale – ferro zincato a caldo,con passamano e funi in acciaio, – nasce dal desiderio di un opera “leggera”, poco impattante dal punto di vista visivo in quanto permetterebbe alla natura di crescere intorno e sotto ad essa creando così un effetto “fluttuante”.

Il costo dell’opera, secondo una prima stima di massima, è di 247.950,00 euro, sicuramente molto inferiore ad altre proposte per migliorare la raggiungibilità del Virgolo, e potrebbe integrare un eventuale funivia o funicolare. Costituirebbe inoltre un’ulteriore attrattività per la nostra città – soprattutto in previsione della desiderata certificazione di Bolzano città CO2-neutrale – e potrebbe diventare mezzo e meta per gite, escursioni didattiche nonché gare podistiche.

Si potrebbe pensare ad uno sponsor che in questo modo avrebbe la possibilità di farsi pubblicità nonché di contribuire a regalare alla città di Bolzano una via di accesso unica nel suo genere per una delle zone verdi più belle e rigogliose della zona.

Ovviamente il nostro sogno sarebbe che in un giorno, non troppo lontano, tale scala possa divenire mezzo di accesso perl’attuale progetto in discussione della nuova zona ricreativa sul Virgolo, un’area verde nonché polmone per la città, velocemente raggiungibile, in cui passare qualche ora di svago immersi nella natura.

“…doch man flüstert, in Kürze,
wenn wir einig sind
wird uns der Pfeifer zur Vernunft führen
und ein neuer Tag wird anbrechen
für jene die aushielten
und der Wald wird vom Lachen widerhallen…”

(Stairway To Heaven – Led Zeppelin 1971)

Im Jahre 2010 hat die Bürgerinitiative “Unser Virgl – Il nostro Virgolo” die Ideensammlung zu einer nachhaltigen Nutzung des Virgls als Naherholungszone mittels einer Pubblikation mit dem Titel “Unser Virgl – Ein Juwel im Dornröschenschlaf” veröffentlicht. Nun haben wir, in Zusammenarbeit mit dem Planungsbüro des Arch. Ruvidotti den Vorschlag einer Treppe zum Virgl erarbeitet: eine nachhaltige sowie gesunde Alternative um in Kürze und ohne öffentlichen sowie privaten Verkehrsmitteln den Virgl zu erreichen.

Die von uns erarbeitete Idee würde aus 1088 Treppen zu jeweils 18 cm bestehen und würde es ermöglichen, die 196 Höhenmeter die zwischen Virgl und Stadtzentrum liegen, schnell zu bewältigen. Der Parkour würde von der Unterführung in der Trienterstraße ausgehend die 342 m der früheren Standseilbahn mit einer maximalen Steigung von 70% hochführen. Ankunft wäre die frühere Berstation der Virglbahn. Von dort könnte man entweder bequem die zwei Gasthöfe am Virgl erreichen oder weiter nach Kohlern wandern sowie die bequeme Promenade nach Haslach und der Haselburg einschlagen.

Das gewählte Material – Stahl und verzinktes Eisen – würde sich sehr gut in die Umgebung integrieren, die Natur könnte um die Treppe herum sowie unter der Treppe nachwachsen sodass bei der Besteigung ein “Schwebe-Effekt” erzielt werden würde.

Die Kosten würden sich auf 247.950,00 euro belaufen. Die Treppe könnte somit eine eventuelle Seilbahn integrieren und wäre eine große Attraktion für unsere Stadt – auch in Hinsicht auf die gewünschte Zertifizierung als “CO2-neutrale Stadt”: man denke an Ausflügen, didaktischen Führungen sowie an Wettkämpfen.

Ein Sponsor könnte an der Realisierung teilhaben: es wäre dies eine einzigartige Möglichkeit für sich zu werben sowie der Stadt eine originelle Aufstiegsmöglichkeit zum Virgl – eine der natürlichsten Areale der Stadt – zu schenken.

Natürlich wäre unser Traum, dass diese Treppe an einem nicht zu entfernten Tag zur aktuellen in Diskussion Naherholungszone am Virgl führen würde und somit den Bürgern die Möglichkeit geben würde, einige unbeschwerte Stunden in der Natur zu verbringen.

 

Sassi nelle scarpe

agosto 1, 2010

Sassi nelle scarpe

Da montanari quali siamo e cavalcando l’attualità del tema montagna (in relazione ai cartelli segnaletici monolingue) vorrei usare la metafora del sassolino nello scarpone – tipico inconveniente per ogni escursionista.

Il Virgolo è un po’ come il sassolino nello scarpone: lo senti, è li da un po’, ti da fastidio, sai che non dovrebbe essere così, sarebbe semplice risolvere il problema ma decidere di fermarsi per eliminarlo e continuare la passeggiata senza più quel continuo attrito prenderebbe tempo ed energia – nonché una certa coerenza e collaborazione tra il cervello che ordina e la mano che andrà a toglierlo – e perciò si  decide di fare finta di niente e si continua a camminare, magari claudicando ed imprecando, ma comunque proseguendo sulla propria strada.

Per anni il Virgolo è stato come il sassolino, ora si è giunti ad un punto cruciale, l’imprenditore ha deciso di giocarsi l’ultima carta mettendo alle strette il Comune e generando un putiferio mediatico subito cavalcato dal quotidiano locale Alto Adige – forse sarebbe meglio chiamarlo PR-magazine visto che da qualche tempo a questa parte più che un giornale pare una vetrina per le molteplici realtà imprenditoriali – che “informa” in senso unilaterale senza nessun tentativo di mascherare le sue posizioni dietro una corretta  imparzialità giornalistica. Così si avvicendano editoriali, articoli, lettere, prese di posizioni firmate dai soliti noti a favore del progetto Thun e contro i cittadini colpevoli di voler partecipare sulle decisioni relative ad una parte importante della loro città. L’imprenditore viene mostrato come benefattore, il cittadino, i comitati (chiamati “quelli del no”) sono i disturbatori, quelli che osano intromettersi nei giochi di potere ed interessi tra pubblico e privato. E così chi dice “no” viene incolpato di frenare la crescita economica, di non badare all’interesse/prestigio della città, di essere colpevole sempre e comunque.

In questa caccia alle streghe sono stati coinvolti anche gli abitanti del Virgolo che – sempre secondo il quotidiano AA – avrebbero dichiarato di voler essere finalmente coinvolti nelle decisioni sul futuro del Virgolo. A ragione! Infatti, come i proprietari dei due masi storici ben ricorderanno, chi li ha per primi informati dei progetti di Thun al Virgolo siamo stati proprio noi del comitato “Unser Virgl – Il nostro Virgolo” così come abbiamo sempre tentato di coinvolgerli nelle varie feste, escursioni, serate. Abbiamo loro mostrato e spiegato il nostro lavoro per una riqualificazione del Virgolo, accettando i loro punti di vista e rispettando le loro opinioni, ascoltando i loro problemi e raccogliendo le loro proposte. Da parte delle istituzioni nonché dalla parte imprenditoriale non hanno mai ricevuto nessuna delucidazione – e si che si parla di terreni nelle loro immediate vicinanze nonché del loro futuro e della loro esistenza.

Da anni gli abitanti chiedevano una sistemazione della strada che porta al Virgolo nonché una messa in sicurezza della zona – in risposta hanno ricevuto la chiusura del circolo tennis Virgolo che da anni curava l’area con relativo aumento del degrado nonché degli atti di vandalismo.

Le informazioni che vengono date sono unilaterali, il lettore che poco sa della questione non capisce che il pubblico – cioè noi cittadini – dovrebbe partecipare con una spesa prevista di 102 milioni di euro, che la funivia e la strada sarebbero a carico del Comune, che l’arrivo in città di ulteriori 1,2 milioni di turisti provocherebbe un importante aumento di traffico ed inquinamento ne viene mai specificato quanti posti di lavoro si verrebbero a creare ( e perché allora si continua a licenziare…)

Sentire un imprenditore che – alla domanda sul perché non abbia mai informato la popolazione sul suo progetto – risponde che certe decisioni vanno prese “in alto” – isioni vanno prese in alto è peggio di un sassolino nelle scarpe loro problemi e raccoogliendo i informati dei progetti intornoè peggio di un sassolino nelle scarpe, è piuttosto come il temporale in vetta: è una cosa al di fuori del nostro controllo e come tale fa paura – a meno che in mezzo alla tempesta  non si trovi un rifugio sotto il quale ci si senta sicuri e tutelati.

Il famoso rifugio DEMOCRAZIA.

Verena Segato

255,8:100×40=102,32

luglio 28, 2010

I numeri sopra non sono noccioline, sono i costi del progetto Thun al Virgolo: 102,32 milioni sarebbe la quota della partecipazione dell’ente pubblico,  soldi nostri per intenderci, che verrebbero sottratti ad aree molto più utili per la collettività!

Alto Adige, MERCOLEDÌ, 28 LUGLIO 2010

FRANCESCA GONZATO

LA CRONISTORIA

Quasi 4 anni di trattative

L’annuncio dell’azienda: «Non rinunciamo per sempre».

Era previsto anche lo spostamento di ötzi

Thun: ecco il progetto da 255 milioni

Virgolo, le ragioni del ritiro: il sindaco da un anno ha lo studio di fattibilità

BOLZANO. Peter Thun svela la «Collina delle fiabe», il progetto sul Virgolo Conferma che l’azienda ha deciso altri investimenti, ma aggiunge: «Tra 3-5 anni se ne potrebbe riparlare, quando predisporremo un nuovo masterplan». Svela le cifre: 255,8 milioni, di cui il 40% atteso dall’ente pubblico.
Tra le sorprese, si scopre che oltre a Thuniversum, hotel e centro congressi, si proponeva di realizzare sul Virgolo anche il Museo di Ötzi. Il ritiro dal progetto è un fatto, chiarisce Thun, restano al minimo storico i rapporti con il Comune («sono profondamente deluso») e anche con i meccanismi della politica in generale, «la democrazia non riesce a portare avanti certe visioni». Ma la Provincia dal 2006 ha incoraggiato il presidente della Thun «e in questi giorni il presidente Durnwalder mi ha chiesto se era possibile immaginare una collocazione diversa per la Collina delle fiabe, magari a Fortezza. Ambientazioni come Fortezza o Castel Firmiano sarebbero però una scelta secondaria rispetto al Virgolo, molto più interessante grazie alla sua collocazione lungo l’asse nord-sud». Sapendo di contare su alleati forti in Provincia, Thun non esclude che il progetto possa essere ripresentato: «Il progetto ora è chiuso, ma non per sempre. Per 3-5 anni le risorse sono state destinate altrove. Comunque la Thun era solo una parte del progetto, non era una opportunità solo per l’azienda». Sono stati spesi 380 mila euro nella fase preparatoria e di realizzazione dello studio di fattibilità. Thun rivendica ancora la scelta di non avere reso pubblico nulla fino ad ora: «Certi progetti strategici vanno discussi dai vertici. Un imprenditore non discute le sue scelte con migliaia di dipendenti e neppure il sindaco. Ma da quasi due anni le giunte di Comune e Provincia conoscevano tutti gli elementi e il sindaco nel giugno 2009 ha ricevuto lo studio di fattibilità con progetto e costi. Non può dire che non sapeva. E se c’erano perplessità, il progetto poteva essere modificato, alcuni elementi potevano non essere realizzati: bastava farsi avanti».
Thun (affiancato dagli amministratori delegati Paolo Denti e Matthias Mair) spiega che dopo la lettera dell’8 luglio con cui informava Spagnolli del ritiro del progetto «non ho ricevuto alcuna risposta». Indurisce i toni: «Leggo invece che il sindaco ha incaricato un certo signor Benedikter per il Virgolo, un personaggio che si è sempre dichiarato contrario al progetto». Rudi Benedikter, consigliere comunale (Verdi-Projekt Bozen) è in attesa di ricevere l’incarico come consigliere delegato al Virgolo.
Questa la Collina delle fiabe da 255,8 milioni, disegnata dall’architetto Matteo Thun, con ipotesi di partecipazione al 40% dell’ente pubblico, e 64 milioni per l’area Thun.
Stazione a valle della funivia nella zona tra il distributore di benzina di piazza Verdi e il sottopasso (parcheggio nuovo da 4500 posti). Arrivo sul Virgolo e ipotesi di secondo troncone della funivia fino al Colle. Una funivia da 3500 persone all’ora (1,250 milioni di visitatori all’anno) con stazione di arrivo scavata nella montagna. Sul Virgolo in tre ettari e mezzo era previsto il Thuniversum su tre livelli («un esperienza multisensoriale» con amministrazione, centro ricerca e sviluppo, bar, ristorante e bistro), un hotel a tre stelle con cento camere (8000 metri quadrati), il centro congressi con terrazza: tutte strutture a più livelli, scavate nella roccia, «a impatto visivo quasi zero». Il segno distintivo doveva essere la grande torre: 6105 metri quadrati, con panoptikum, ristorante e terrazza: «I landmark sono decisivi come attrazione turistica, la torre è pensata per questo. Avevamo varie ipotesi, tra cui una torre doppia con re Laurino e la regina». Prevista anche la zona archeologica, con il museo di Ötzi protagonista, e un grande spazio dedicato al racconto delle fiabe locali.
Sarebbero stati recuperati i due masi privati, «per offire degustazione di prodotti tipici». Poi un Alpenzoo, percorsi fitness, downhill, palestra di roccia («perfetta per un campionato mondiale»), slittino estivo, passeggiate collegate ai sentieri della zona Virgolo e Castel Flavon.
Prevista inoltre una nuova strada, a partire da uno dei primi tornanti della strada attuale, ma riservata ai mezzi di servizio. La stradina delle chiesette nel progetto viene destinata a passeggiate. Infine, la cifra così alta del progetto comprendeva anche «l’interramento delle sette linee dell’alta tensione che corrono lungo il Virgolo». Per chiudere, il confronto con Innsbruck: «Hanno raccolto le sfide, sono molto più avanti di noi».

BOLZANO. Così Peter Thun ricostruisce i rapporti con Provincia e Comune sul Virgolo. Primo incontro con Luigi Spagnolli nell’ottobre 2006: «Grande interesse». Parte l’operazione con i proprietari dei terreni (preliminare nell’ottobre 2007). Poi un sondaggio di idee nel mondo politico e imprenditoriale (56 persone, tra cui Durnwalder), che attraverso il coordinamento di due docenti Bocconi sfocia nella presentazione da parte dell’architetto Matteo Thun alla giunta comunale nel febbraio 2008 e di Peter Thun in giunta provinciale a fine marzo 2008. Studio di fattibilità «consegnato al sindaco il 15 giugno 2009. Da allora interesse affievolito. In queste settimane sono stati cancellati due incontri. Abbiamo deciso di spostare le risorse».

Umberto Tecchiati sul Virgolo

luglio 28, 2010

MARTEDÌ, 27 LUGLIO 2010

VIRGOLO E CARTELLI MANCA LA CULTURA

Quali affinità legano tra di loro, più o meno nascostamente, due vicende così diverse come la questione del Virgolo e quella dei cartelli di montagna? Apparentemente nessuna, ma a ben vedere abbiamo a che fare in entrambi i casi con un tentativo, non consentito né avallato dalle leggi e dai regolamenti, di snaturare nell’interesse di pochi il significato e la sostanza fisica di beni culturali, e in quanto tali appartenenti a tutti.
Nel caso del Virgolo, infatti, un noto imprenditore, sostenuto personalmente dalle massime cariche cittadine e provinciali, ha tentato di farsi autorizzare un progetto edilizio di eccezionale impatto in un contesto ambientale che il documento comunale di Tutela Insiemi definisce come particolarmente delicato e sensibile. Necessario rammentare che questo progetto è conosciuto solo alle grandi linee e non è mai stato seriamente discusso con la città né con le numerose associazioni ambientaliste che rappresentano l’amplissimo fronte del no al medesimo, nonostante le numerose accorate richieste in tal senso. Perché ciò sia successo resta un mistero.

Il Sindaco Spagnolli ha commesso un errore, forse prima umano che politico, a non ricercare il consenso attraverso un leale scambio di opinioni. Se infatti il progetto Thun è così meraviglioso come ce lo racconta, così rispettoso del verde, così risolutivo per la riqualificazione del Virgolo, e così in linea con i dettami del documento di Tutela Insiemi, perché mai le associazioni ambientaliste non avrebbero dovuto conoscerlo, approfondirne i contenuti, e una volta apprezzato sostenerlo?
La tattica di temporeggiamento attuata dal sindaco ha prodotto intanto che Thun si è ritirato, ma vorrei ricordare a tutti che presto o tardi qualcuno si rifarà vivo con un nuovo progetto, è nella natura delle cose. Italia Nostra ha scritto infatti il suo primo no a qualsiasi edificazione sul Virgolo dieci anni fa (!), quando la collina delle favole non esisteva ancora nemmeno nei precordi di Thun.
I sostenitori della sua iniziativa non sono poi tanti, ma importa poco, perché sono quelli che contano, e che decidono per tutti anche quando è evidente che non possono vantare un grande consenso. Le ricadute del progetto sulla città sono incognite, ma molto sbandierate. Suggerirei di non fidarsi troppo. La medesima tattica di chi si affretta lentamente, cui si aggiunge la proterva tendenza ad alzare costantemente l’asticella del revanchismo, si è vista nel caso dei toponimi nei cartelli di montagna.
Per non sapere né leggere né scrivere l’Alpenverein avrebbe potuto e dovuto, come peraltro suggeriva anche il senatore Andreotti, che non è conosciuto per essere un pericoloso nazionalista, conservare lo status quo. Peccato però che tra coloro che hanno l’autorità per cambiare le carte in tavola e tengono i cordoni della borsa, c’è chi sa leggere e scrivere benissimo, immagina di poter cambiare lo statuto di autonomia, adoperandosi attivamente in tal senso, senza attendere le lungaggini che caratterizzano sì il dibattito politico ma lo rendono comunque anche aperto e leale, e smonta nei fatti l’idea di bilinguismo nella toponomastica lì dove teoricamente doveva vedersi meno, e cioè in montagna.
Qualcosa non ha funzionato. Per accontentare la destra estremista di lingua tedesca Durnwalder esce con un “me ne frego” che è così triste sentire pronunciare da un governante, se solo pensiamo a chi portò in auge l’espressione. Contemporaneamente, però, quella destra razzista e xenofoba, ma prima di tutto culturalmente marginale e socialmente “coatta”, che l’establishment politico tedesco blandisce nei fatti, è rintuzzata dal medesimo con iniziative di tipo culturale che dovrebbero minimizzarne la portata e il consenso nella società. Un’idea in sé buona, ma tardiva (e un po’ schizofrenica), e che poteva essere tempestivamente sostituita da interventi di tipo sociale. Essa instilla tuttavia nella gente l’idea che la colpa sia degli intellettuali, e non della politica, se nel 2010 ancora esiste il nazionalismo e la contrapposizione etnica.
Vorrei fare osservare che la mancanza di educazione e di sensibilità culturale, storica e politica, che non è possibile non ricondurre anche alla diffusa latitanza di una buona istruzione tra coloro che ci governano, è certo alla base della rozza pretesa di impedire alla minoranza di lingua italiana di decidere da sé quali e quanti toponimi tenere e quali no, e come chiamare un monte o un torrente, posto che gli utenti di quei toponimi sono, per motivi ovvi ma non immediatamente comprensibili a tutti, i cittadini di lingua italiana. E’ importante non dimenticare che è più o meno ciò che fece il fascismo, imponendo con la violenza una toponomastica italiana che non era quasi esistita, in quanto tale, prima del 1918.
Delle violenze del fascismo sarebbe bene ricordarsi sempre, e non solo quando conviene, per evitare che nuovi fascismi ne continuino più o meno occultamente la pratica e la filosofia.
Le vicende del Virgolo e rispettivamente dei toponimi italiani nella segnaletica di montagna sono emblematiche, e gravi, ma non più del diffuso sentimento di deriva e di perdita di peso civile che viviamo tutti i giorni immersi come siamo in un pantano dove le regole le fa un’oligarchia affaristica, usa allo sconsiderato consumo del territorio e al disprezzo delle regole.
Umberto Tecchiati presidente Italia Nostra Bolzano

Alberto Filippi sul Virgolo

luglio 28, 2010

VIRGOLO: CON IL NO DI THUN IL PERICOLO NON E’ CESSATO

La rinuncia del conte Thun alla collina del Virgolo, che avrebbe dovuto immortalarlo fra i grandi benefattori della città, se confermata, è senz’altro un’ottima notizia per i cittadini di Bolzano, che potranno godersi ancora liberamente l’aria e la tranquillità del sito, senza subire l’ennesima invasione turistica per visitare la collina delle fiabe. Con la commercializzazione del luogo avrebbero guadagnato solo il comitato d’affari dei padroni del Virgolo, con in testa l’imprenditore Repetto e il Conte, al quale interessava solo che l’investimento diventasse remunerativo, magari richiamando al Thuniversum qualche milione di visitatori. I 520 posti di lavoro fanno parte di un’altra fiaba opposta alla realtà della delocalizzazione industriale seguita finora. Thun fa parte di quei padroni che il lavoro non lo danno a nessuno, se lo prendono solo quando fa loro comodo per aumentare i profitti.
Durnwalder ha tutte le ragioni per definire il nostro sindaco un Don Abbondio. Ascolta il popolo, ma sta dalla parte dei bravi. Pentito e impaurito per lesa maestà e nobiltà promette di correre dietro a Thun per convincerlo a tornare indietro; perchè lui è sempre stato favorevole al progetto, seppure abbia affidato, come Ponzio Pilato l’intera questione a Benedikter.

Oltre a Don Abbondio, sempre pronto a cambiare idea di fronte alla gente che conta, il pericolo maggiore potrebbe derivare dalla reazione dei politici noti per stare dalla parte degli affaristi e degli speculatori immobiliari: l’ala economica del SVP rappresentata da Widmann e dallo stesso Durnwalder; il Forum Democratico del PD con la figlia d’arte del Pasquali progettista, il PDL con i propri comitati frustrati dall’esito delle elezioni che fremono e premono e l’UDC di Repetto, il cui cognome non è solo una questione di omonimia con l’altro Repetto – padrone – pro quota del Virgolo. Un’alleanza trasversale che sugli affari e pronta a trovare un’intesa.

Dalla loro parte anche l’ex ambientalista pentito e re degli ottomila, oggi sponsor d’eccellenza del Kaiser del Sudtirolo. Paragona la vicenda del Conte Thun alla sua, scagliandosi contro Rudy Benedikter, reo d’impedire lo sviluppo della città. Lui Messner però ha ottenuto dalla Provincia tutto quello che ha chiesto, soldoni compresi, per costruire i due inutili e costosi musei della montagna, dove la parte commerciale certo non manca, ma solo a favore suo.
Cosa invocano costoro, adirati all’unisono per la grande occasione persa?
Lo sviluppo della città con ulteriori dosi di cemento e di speculazione edilizia che devono salire fino alla collina del Virgolo.
Noi non ci faremo certo intimidire dal loro sdegno e dalle loro proteste, perchè la partita del Virgolo è fondamentale per il futuro della nostra città proprio come la lotta contro la privatizzazione dell’acqua.
La collina del Virgolo deve rimanere un’oasi naturale pulita e libera come è adesso, magari curata meglio, come suggerisce il progetto del comitato per il nostro Virgolo. Soprattutto deve rimanere pubblica, come l’acqua, a disposizione dei cittadini di Bolzano.

Il degrado che stiamo vivendo in città è ben altro: un’urbanizzazione insensata e selvaggia, con migliaia di negozi e alloggi vuoti che sta rendendo la città sempre più invivibile e di ciò dobbiamo ringraziare la speculazione edilizia e i loro degni rappresentanti politici.

Alberto Filippi – consigliere Lista Civica 5 Stelle – Bolzano

http://www.bolzanobella.it/bolzano/virgolo_degrado.html

Virgolo: vivace scambio epistolare/Virgl: reger Briefverkehr

luglio 28, 2010

Dolomiten 20.7.10

Alto Adige 19.7.10

                                                                                                                       Bolzano, 17 luglio 2010

Bolzano, 17 luglio 2010

Gentile Conte Thun,

mi permetto di farle notare che la lettera al Comune da lei inviata e che ha dato spunto all’articolo apparso sul Corriere dell’Alto Adige in data odierna non al Comune avrebbe dovuto indirizzarla, ma alla cittadinanza. Il Virgolo appartiene moralmente ad essa e il suo progetto lo modificherebbe sostanzialmente – qualcuno afferma gli strapperebbe l’anima.

Non comprendo perché Lei, anziché confrontarsi con la città, fin dall’inizio abbia voluto percorrere le strade della politica o delle amicizie – prima in Provincia, poi in Comune arrivando alla famosa cena con i consiglieri di circoscrizione.

Cosi non va, in questo modo i cittadini hanno capito che non di un progetto per la città si tratta ma di un progetto sulla città – e forse contro la città.

Un progetto che è una sua cosa privata , un modo di sviluppare la sua industria, un sistema di arricchirsi senza dare nemmeno spiegazioni a coloro che dai tempi antichi sono i veri possessori della collina , i cittadini di Bolzano. Anche se i terreni sono stati acquisiti da privati, l’anima , il cuore del Virgolo è – e deve rimanere – della città.

Per il resto condivido la sua preoccupazione riguardo al fatto che il Comune dopo 3 anni non abbia ancora preso posizione e sono d’accordo con lei a pensare che questo è grave perché significa che il Comune, Sindaco in testa, non ha un’ idea, un progetto sul futuro di una parte importante della città.

Probabilmente è vero che nell’attuale, che poi è la vecchia maggioranza comunale, esistano diverse anime, e che non sempre è facile metterle d’accordo.

Diverse posizioni che però sinora non sono mai emerse chiaramente, ma che si possono facilmente identificare. Gli unici a parlare chiaramente siamo stati noi, cittadini di “Unser Virgl- il nostro Virgolo” – con una proposta elaborata grazie ai consigli ed alle idee dei cittadini e presentata alla stampa, ai cittadini, agli amministratori; un convegno pubblico, 2000 firme raccolte e addirittura una pubblicazione sulla storia passata e recente del Virgolo.

Pur essendo stata più volte interpellata, l’amministrazione pubblica ha continuato ad ignorare queste iniziative, dimostrando come trasparenza e partecipazione dei cittadini siano per questa amministrazione non uno strumento di dialogo costruttivo con la cittadinanza ma un puro e semplice fastidio.

Esimio Conte, mi permetto di invitarla ad evitare l’odioso ricatto della perdita dei posti di lavoro. Non minacci di andarsene, ormai tutti sanno che la sua ditta da anni produce in Cina a minor costo ed a scapito dell’economia locale. L’Occidente, e il ricco Sudtirolo in particolare, servono solo come serbatoio per le vendite dei suoi costosissimi prodotti.

Certo la fase costruttiva porterebbe lavoro- una soluzione temporanea e contro la linea attuale del Comune che si è prefissato di divenire comune CO2-neutrale; probabilmente a progetto terminato vi sarebbe qualche nuovo posto di lavoro ma i costi per la comunità sarebbero sicuramente maggiori.

Concludendo la invitiamo ancora una volta a mostrare il suo progetto a tutta la città ed a volersi poi confrontare pubblicamente con altre visioni sul futuro della collina del Virgolo, evitando per piacere ricatto e atteggiamenti eccessivamente nobiliari, quando qui di puro e venale mercato si tratta.

In rappresentanza dell’ Iniziativa “Il nostro Virgolo – Unser Virgl”

Verena Segato